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Violenza contro le donne, danni incalcolabili: serve una task force

10 Aprile 2014

Riunito a Roma in un tavolo tecnico parlamentari italiane e straniere

La vittima di violenza sessuale può sviluppare disturbi psichici, fisici, oltre che psicosomatici, collocabili in un range di gravità molto ampio.

di Claudio Mencacci, Direttore Neuroscienze AO Fatebenefratelli, Milano Presidente Società Italiana di Psichiatria

Il 35% delle donne nel mondo subisce violenza fisica o sessuale nel corso della vita, sette milioni di donne solo in Italia. Le conseguenze fisiche e mentali sono incalcolabili. Porre rimedio è imprescindibile e occorre una task forse in cui le parlamentari giocano un ruolo importante. Per questo O.N.Da e l’OMS hanno riunito a Roma in un tavolo tecnico parlamentari italiane e straniere anche per promuovere la ratifica della Convenzione di Istanbul nei Paesi mancanti. Studi epidemiologici internazionali hanno dimostrato conseguenze fisiche, psicologiche e sociali della violenza che provocano danni di lungo periodo. La vittima di violenza sessuale può sviluppare disturbi psichici, fisici, oltre che psicosomatici, collocabili in un range di gravità molto ampio: lesioni determinate direttamente dai traumi, patologie ginecologiche, disturbi alimentari, sintomi di ansia, abuso di sostanze, bassa autostima, disfunzioni sessuali senza contare che la violenza in gravidanza, seconda causa di morte, provoca danni anche nel cervello del nascituro.

Disturbi mentali, dolori, idee suicide

Le donne che hanno subito più violenze dai partner nel corso della vita, nel 35.1% dei casi hanno sofferto di depressione per i fatti subiti, perdita di fiducia e autostima (48,8%), sensazione di impotenza (44,9%), disturbi del sonno (41,5%), ansia (37,4%), difficoltà i concentrazione (24,3%), dolori ricorrenti in diverse parti (18,5%), difficoltà a gestire i figli (14,3%), idee di suicidio e autolesionismo (12,3%). Violenza e abuso sessuale nei primi anni di vita sono predittori di disturbi mentali tardivi. Essere testimone di aggressioni o subirne personalmente in famiglia, aumenta il rischio di disturbi mentali e di conseguente coinvolgimento in relazioni abusanti. Recenti studi confermano che al 97% delle vittima viene riconosciuto un disturbo acuto da stress a una settimana e nel 47% a tre mesi dal trauma. Disturbi depressivi da 44 al 59% a distanza di anni, abuso di sostanze e maggior rischio suicidario. Anche il rapporto dell’OMS ha messo in luce le conseguenze della violenza sulle donne e le Linee guida cliniche sulla risposta della violenza offrono strumenti importanti per gli operatori sanitari per riconoscere e aiutare le vittime di violenza. Oltre 60 ospedali con i Bollini rosa in Italia sono stati premiati per i servizi dedicati alla violenza e per l’esistenza di un protocollo di pronto soccorso violenza (la mappa). La Società italiana di psichiatria raccomanda massima attenzione per il dilagare di un fenomeno in triste espansione.

Da Corriere.it

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