"Studi inattendibili, la serenità non dipende dal genere"
Il presidente della Società italiana di pediatria Giovanni Corsello: “Ricerche dimostrano che vivere in una famiglia senza figura materna o paterna potrebbe danneggiare i figli”. A Repubblica.it spiega: “Non era un parere pro o contro la legge”. Mencacci (Società italiana di psichiatria): “Studi inattendibili, la serenità non dipende dal genere”
ROMA – Un’affermazione che riaccende il dibattito intorno alla legge Cirinnà. “Vivere in una famiglia senza la figura materna o paterna potrebbe danneggiare il bambino”. Ad affermarlo in un primo momento è stato il presidente della Società italiana di pediatria Giovanni Corsello: “La discussione sulle unioni civili e la stepchild adoption dovrebbe comprendere anche i profili clinici e psicologici del bambino e dell’adolescente. Non si può infatti escludere che convivere con due genitori dello stesso sesso abbia ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale nell’età evolutiva”. Che poi rettifica, aggiungendo: “Mi riferivo sia alle famiglie etero che omosessuali”.
“La maturazione psicologica di un bambino – spiega Corsello – si svolge lungo un percorso correlato con la qualità dei legami affettivi all’interno della famiglia e con i coetanei. La qualità delle relazioni umane e interpersonali, nonché il livello di stabilità emotiva e la sicurezza sociale di un bambino, sono conseguenze di una maturazione psicoaffettiva armonica. Studi e ricerche cliniche hanno messo in evidenza che questi processi possono rivelarsi incerti e indeboliti da una convivenza all’interno di una famiglia conflittuale, ma anche da una famiglia in cui il nucleo genitoriale non ha il padre e la madre come modelli di riferimento”, aggiunge il presidente Sip. “Quando si fanno scelte su temi di così grande rilievo sociale, che incidono sui diritti dei bambini a crescere in sistemi protetti e sicuri, non possono essere considerati solo i diritti della coppia o dei partner, ma va valutato l’interesse superiore del bambino”.
Raggiunto al telefono da Repubblica.it Corsello si è spiegato meglio: “Il mio voleva essere un contributo positivo al dibattitto, non una presa di posizione pro o contro la stepchild adoption. Era solo per dire che la priorità è la salute psicologica del bambino e la legge deve considerare prima di tutto questo. Instabilità e conflittualità in famiglia, sia esso etero che omosessuale, possono avere ripercussioni negative sullo sviluppo del bambino. Così come la percezione della diversità coi suoi coetanei. È questo l’aspetto a cui mi riferisco quando parlo di ricerche e studi: come l’equilibrio della famiglia e la percezione che il bambino ne ha all’esterno, quando si relaziona coi coetanei, influenza la sua crescita psicologica. Non volevo mettere in correlazione danni allo sviluppo e famiglia gay però non li escluderei nemmeno. Vorrei sottolineare che ogni caso è a sé, che la conflittualità può svilupparsi o no: va analizzato ogni singolo caso, non è una posizione ideologica, è una sollecitazione a chi fa le leggi a tenere conto di ogni situazione”.
Di opinione diametralmente opposta è Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria, che sottolinea come ci siano studi e ricerche che affermano esattamente il contrario: “Su questo tema si stanno ancora raccogliendo dati ed è quantomeno prematuro esprimere opinioni scientifiche su situazioni sociali molto recenti. Ciò che conta è valutare la capacità affettiva dei genitori, la capacità di accogliere e seguire la crescita dei bambini, creando un ambiente sicuro, sereno e protettivo. E questo non dipende certo dal ‘genere’ dei genitori. Mentre è dimostrato – questo invece è sicuro – che nelle famiglie ‘etero’ possono prodursi danni nella psiche dei bambini quando il rapporto tra i genitori è in crisi”. Mencacci evidenzia inoltre che spesso sono proprio le basi su cui viene elaborata una ricerca a non essere: “Quasi tutti gli studi prodotti finora partono con un gap: vogliono dimostrare la validità di una testi piuttosto che di un’altra. E quindi non sono affidabili”.
Dello stesso parere la senatrice a vita e accademica Elena Cattaneo: “Numerosi studi scientifici affermano il contrario di quanto affermato da Corselli. Come quello dell’American Academy of Pediatrics del 2006, secondo cui i bambini cresciuti da genitori dello stesso sesso si sviluppano come quelli cresciuti da genitori eterosessuali. Affermazione fondata a seguito delle osservazioni condotte direttamente su un campione di famiglie omogenitoriali. Infine, relativamente alle preoccupazioni del dottor Corsello sulla necessità di valutare caso per caso le condizioni di adottabilità del minore, ricordo che l’articolo 5 del disegno di legge Cirinnà non fa altro che estendere la possibilità di adozione coparentale disciplinata dalla legge 184 del 1983 al genitore sociale. Legge che prevede già il passaggio dal Tribunale dei minori che vaglia la sussistenza dei legami affettivi necessari per procedere all’adozione da parte del partner, sempre e comunque nell’interesse predominante del minore”.
L’associazione Famiglie Arcobaleno ricorda quanto detto due anni fa dal presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologici, Fulvio Giardina: “Non è certamente la doppia genitorialità a garantire uno sviluppo equilibrato e sereno dei bambini, ma la qualità delle relazioni affettive. Da tempo infatti la letteratura scientifica e le ricerche in quest’ambito sono concordi nell’affermare che il sano e armonioso sviluppo dei bambini e delle bambine, all’interno delle famiglie omogenitoriali, non risulta in alcun modo pregiudicato o compromesso. La valutazione delle capacità genitoriali stesse sono determinate senza pregiudizi rispetto all’orientamento sessuale e affettivo. Bisogna garantire la tutela dei diritti delle famiglie omogenitoriali al pari di quelle etero senza discriminazioni e condizionamenti ideologici”.
Da LaRepubblica