I messaggi e i «mi piace» di tanti innocentisti. L'ira del nonno paterno: «Abbiate rispetto per chi sta male»
MILANO – Il Tribunale del Riesame di Catania deciderà il 31 dicembre se scarcerare o no Veronica Panarello, la mamma di Lorys (anche se tutti lo chiamano Loris con la «i»), accusata di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Per il suo legale, Francesco Villardita, la ricostruzione dei pm sarebbe senza prove, basata solo su indizi e priva del movente. Il dibattimento, nel frattempo, si sta svolgendo sui social net-work. Se su Facebook la pagina «Giustizia per Andrea Loris Stival» (sottotitolo: «Dona un bambino a chi ne desidera, non a chi li uccide!») ha già raccolto quasi 16 mila «mi piace», non sono pochi i consensi per la madre, con neonati gruppi innocentisti che, complessivamente, hanno ottenuto migliaia di «pollici alzati». Commentano da tutta Italia, uomini e donne, in quel «cortile pubblico», come ha definito la piazza virtuale Andrea Stival, nonno paterno di Lorys, che ha chiesto di «smettere di scrivere commenti e di farvi film mentali» e «di avere rispetto per le persone che stanno male». E invece le supposizioni si moltiplicano. «Secondo me questa sa più di quanto ha detto e ve ne accorgerete», è uno dei messaggi sibillini pubblicati, dove «quella» sta per la sorella di Veronica, Antonella Panarello. Maria Teresa da Bologna è categorica: «O Veronica è innocente e allora questo è accanimento mediatico, o è colpevole, e questo sarebbe l’atto di una psicolabile. Contro chi bisogna vendicarsi? Contro la malattia?».C’è chi se la prende con i magistrati, ed è Marco da Torino: «Sembrano ignorare la novellazione dell’artt. 533 Cpp (il principio dell’al di là di ogni ragionevole dubbio, ndr )». Saverio da Messina accusa la Scientifica: «Come mai non ha effettuato operazioni di miglioramento delle immagini?». «Karl Popper dice che noi siamo capaci di vedere solo ciò che ci aspettiamo di vedere. Succede anche nella vita. E inoltre la madre di Lorys è la figura al momento più debole, ha perso tutto: figlio, marito, famiglia», spiega lo psichiatra Giancarlo Cerveri. Il professor Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze al Fatebenefratelli di Milano, chiarisce ulteriormente: «L’idea che una mamma sia colpevole è inaccettabile. I gruppi che difendono Veronica Panarello difendono se stessi e l’idea che possa esistere il male dentro di loro, per questo sentono il bisogno di intervenire in favore della donna: per loro è troppo forte l’angoscia del pensare che la crudeltà e il male senza giustificazioni esistano per davvero».