Lo psichiatra Claudio Mencacci spiega come si manifesta questo disturbo e quali sono le terapie attualmente disponibili
Il disturbo bipolare impatta notevolmente sulla qualità e quantità di vita: chi ne soffre sperimenta periodi di eccitazione (fase maniacale) e periodi di depressione (fase depressiva). Può insorgere in tutte le fasi della vita, più frequentemente in età giovanile, spesso non viene riconosciuto, è mal diagnosticato e non viene ben curato. Oltre 1,2 milioni di persone ne soffrono in Italia e senza marcate differenze tra maschi e femmine.
Non sono del tutto note. Recenti studi di neurobiologia hanno messo in luce l’esistenza di possibili alterazioni della struttura e delle funzioni cerebrali dovute a una riduzione delle normali connessioni tra l’area prefrontale della corteccia cerebrale e alcune strutture profonde appartenenti al sistema limbico, come l’amigdala. Studi condotti sulla familiarità indicano un grado di ereditarietà del disturbo bipolare: i figli con entrambi i genitori con diagnosi di disturbo bipolare mostrano un rischio 5,7 volte maggiore di svilupparlo rispetto a coloro con un solo genitore affetto. Rispetto alla popolazione generale il rischio appare essere 51,9 volte più elevato. Inoltre, un fattore di rischio significativo è quello dovuto al consumo di sostanze stupefacenti e di alcol, soprattutto durante le fasi dell’adolescenza e nella giovane età.
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