Siamo al 20° posto in Europa come numero di psichiatri e come spesa per la salute mentale (circa il 3,5% della spesa sanitaria), a fronte di numeri doppi o tripli di Francia, Germania e Regno Unito (10-15%). In 14 Regioni il personale è al di sotto degli standard previsti dalla legge. A 40 anni dalla legge Basaglia, sottolinea la Società italiana di psichiatria “L’Italia deve recuperare le posizioni che merita”
Sono 800 mila ogni anno le persone assistite nei Dipartimenti di Salute Mentale, con 370 mila nuove visite per problemi legati alla psiche. Numeri destinati ad aumentare: secondo le stime dell’Oms, tra poco più di 10 anni, le malattie mentali sorpasseranno quelle cardiovascolari e si posizioneranno al primo posto nel mondo. Eppure, nonostante numeri e previsioni, l’area della salute mentale rimane ancora una cenerentola. L’Italia, tra i paesi Ocse, si posiziona al 20° posto come numero di psichiatri per 100mila abitanti, al 14° come psicologi e come infermieri (sempre dati Oms). E anche anche sul fronte della spesa investita rimaniamo fermi in 20^ posizione. Secondo i dati Ministeriali (relativi al 2015 e 2016) il budget medio nazionale per la salute mentale è del 3,5%, a fronte di stanziamenti in Paesi Europei come Francia, Germania e Regno Unito compresi fra il 10 e il 15%. Per non parlare del problema della sicurezza degli operatori.
Leggi l’articolo completo su Quotidiano Sanità