L'amarezza della sconfitta è anche l'espressione di chi sente di avere una grande potenzialità, che però non riesce a organizzare per raggiungere il risultato sperato.
“L’Italia si è costruita su due punti fermi: una è la riscossa dalla sconfitta di Caporetto con la battaglia del Piave, l’altra sono le vittorie della Nazionale di calcio”. Una squadra che ora deve credere nel “miracolo della rivincita”. Senza ‘sedersi’ sui trionfi che furono, ma passando “dai ricordi all’azione”.
Claudio Mencacci, past president della Società italiana di psichiatria, parlando con l’AdnKronos Salute esorta così i ragazzi di Gian Piero Ventura dopo la sconfitta di ieri con la Svezia nella partita di qualificazione ai Mondiali: lunedì 13 novembre a Milano “devono cercare di far parte di quell’Italia che ci crede e che lotta per la riscossa del Paese”. Vincere si può, “la linea del Piave passa da San Siro”.
All’indomani dell’1-0 di Stoccolma, Mencacci invita l’Italia a rialzarsi guardando a Milano. “E’ un po’ la capitale della riscossa economica del Paese”, osserva il direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco del capoluogo lombardo. Quindi, “restando in metafora”, si può sperare che la città ‘porti bene’ anche agli azzurri. Magari con il tifo, il sostegno, la fiducia e il calore auspicati dai giocatori e dal ct.
L’esperto riflette poi sui sentimenti del giorno dopo: “L’amarezza della sconfitta è anche l’espressione di chi sente di avere una grande potenzialità, che però non riesce a organizzare per raggiungere il risultato sperato. E la delusione è ancora più cocente perché contrasta con le speranze di una nazione come la nostra, che dopo la crisi si sta riprendendo e risvegliando”.
Da qui il consiglio: in tutte le cose, e anche nello sport, “non possiamo vivere di rendita pensando ai meriti acquisti. Dobbiamo giocarcela con uno sforzo attuale – conclude lo psichiatra – perché le glorie vanno dimostrate nel presente”. In questo caso più che mai “sul campo, partita dopo partita”.
Da ADN-Kronos