Cocaina, cannabis “rafforzata” e amfetamine, nelle loro infinite varianti, hanno conseguenze sempre più drammatiche tra i giovani: nel nostro Paese, le dimissioni ospedaliere dai Dipartimenti di salute mentale con la cosiddetta “doppia diagnosi” – disturbi mentali associati a quelli da uso di sostanze stupefacenti – hanno avuto un incremento di più del 2% negli ultimi quattro anni.
40mila casi l’anno
Tradotto in numeri, secondo quanto scrive l’Ansa, circa 40mila all’anno. Con un aumento dei tassi di incidenza nella fascia di età più giovane (15-24 anni), ora allo stesso livello degli adulti tra i 25 e i 44 anni. A lanciare l’allarme il mondo della psichiatria, che ora chiede aiuto e risorse per far fronte all’emergenza.
Il convegno a Roma
Il dato è emerso martedì 24 ottobre a margine del convegno che si è tenuto a Roma per la presentazione della nuova “Carta dei servizi dei pazienti nelle condizioni cliniche di comorbilità tra disturbi mentali e disturbi da uso di sostanze e addiction (doppia diagnosi)”, organizzato dalla Società italiana di Psichiatria (Sip), dalla Federazione degli operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze (Federserd) e dalla Società di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia). Il numero complessivo di accessi al Pronto soccorsoper motivi psichiatrici in Italia ammonta a 585.087 casi, di cui il 6,8% (39.785) con diagnosi di alcolismo e tossicomanie.
Il sondaggio nei club
A gettare benzina sul fuoco è uno studio sui clienti di cinque club romani: su 273 persone di età compresa da i 18 e i 30 anni, il 78% ha dichiarato un uso pregresso delle cosiddette “nuove sostanze psicoattive” (NPS o Novel Psychoactive Substances), mentre l’89% ha confessato l’utilizzo corrente di cocaina. “La comorbilità (la coesistenza di più patologie diverse in uno stesso individuo, ndr) fra un disturbo mentale e un disturbo da uso di sostanze rappresenta un’evenienza particolarmente frequente”, spiega Bernardo Carpiniello, a capo del Dipartimento di Salute mentale dell’Università di Cagliari, citato da “Quotidiano Sanità”.
Droghe diffuse e poco costose
Le droghe in questione non sono più quelle tradizionali: le NPS, spesso sconosciute alle forze dell’ordine e difficilmente rilevabili, comprendono cannabinoidi sintetici (spice), catinoni (mefedrone e derivati), fenetilamine e altre sostanze minori ma non meno pericolose. Spesso vendute su Internet a prezzi accessibili, spopolano tra i più giovani e possono causare gravi alterazioni psicopatologiche . “Serve intervenire in fretta – precisa Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Fatebenefratelli-Sacco di Milano – perché la minore risposta ai trattamenti, sia del disturbo psichico sia dell’uso di sostanze, aumenta il rischio di suicidio e di comportamenti violenti, di patologie fisiche e di deriva sociale come disoccupazione, divorzi e separazioni, stigmatizzazione ed emarginazione”.
Da SkyTG24