Sono 40mila le persone che ogni anno arrivano ai pronti soccorso psichiatrici per colpa di disturbi causati da droghe. Si tratta di cocaina, anfetamine e tutte le loro varianti, ma anche di cannabis “rinforzata”. Reperibili, economiche e difficili da identificare: queste sostanze attirano i ragazzi, a volte scarsamente educati sul tema o erroneamente indirizzati dal web.
Il problema è stato il tema centrale del convegno di presentazione della nuova “Carta dei Servizi dei pazienti nelle condizioni cliniche di comorbilità tra disturbi mentali e disturbi da uso di sostanze e addiction (doppia diagnosi)”. Responsabili dell’organizzazione sono stati Federsed (Federazione Italiana degli operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze), SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) e SIP (Società Italiana di Psichiatria).
Attraverso uno studio sui clienti di cinque club di Roma, è emerso che, su 273 utenti tra i 18 e i 30 anni, il 78% aveva già fatto uso delle cosiddette “nuove sostanze psicoattive” (NPS). L’89%, invece, faceva uso abituale di cocaina. Il presidente Sip Bernardo Carpiniello ha dunque spiegato che “la comorbilità fra un disturbo mentale e un disturbo da uso di sostanze usualmente definita come condizione di ‘doppia diagnosi’ rappresenta un’evenienza particolarmente frequente”. Il direttore del Dipartimento di Neuroscienze al Fatebenefratelli-Sacco di Milano, Claudio Mencacci, ha poi aggiunto: “Dicono che nell’ambito dell’urgenza psichiatrica serve intervenire molto in fretta. I servizi devono essere impostati e coordinati per rispondere alle nuove emergenze e nuovi bisogni”.