L'analisi dello psichiatra
Roma, 18 ago. (AdnKronos Salute) – Estate difficile quella del 2017. L’attentato di Barcellona, in primis. Ma anche fatti di cronaca efferati che hanno raggiunto l’apice con il delitto di ferragosto a Roma. E poi piccoli segnali di inciviltà profonda, dai ragazzi che danno fuoco ai boschi ‘per gioco’, agli ‘odiatori’ del web che attaccano con ferocia coalizzandosi – certi della loro impunità – contro un obiettivo, come nel caso degli attacchi alla presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha deciso di denunciare. “E’ un’estate di svolta, ci sono segnali di imbarbarimento che hanno superato il limite. Siamo indubbiamente tornati indietro sul piano della civiltà. Serve reagire”, dice con convinzione Claudio Mencacci, past president della Societa italiana di psichiatria.
“Le parole chiave che descrivono questo momento – spiega all’AdnKronos Salute – sono violenza, prevaricazione, razzismo, odio. Le persone si sentono sempre più autorizzate a mostrare i lati più negativi della propria umanità e della propria civiltà. Troppo spesso non c’è volontà di nascondere le parti peggiori di sé, i cattivi sentimenti. Tutto questo, ovviamente, si amplifica nel web. Ciò ci fa dire che stiamo vivendo anni di barbarie. Oggi, infatti, la prevaricazione e l’aggressività sembrano addirittura motivazioni vincenti e le persone rivendicano la loro chiusura, il loro sentimento di diffidenza verso gli altri. Ed è proprio ciò che il terrorismo, che come ieri a Barcellona ‘bombarda’ i nostri luoghi di aggregazione, vuole”.
Segno di barbarie, per lo psichiatra, è anche “la nuova ondata di razzismo che stiamo vivendo a livello internazionale. A tutti i livelli”. Questa estate, tra i delitti, gli attentati e i tanti atti di prevaricazione e intolleranza registrati, “ci fa comprendere come mai come oggi è chiaro che i legami familiari, come sapevamo, si rompono. Ma si stanno rompendo anche tutte le reti sociali e di solidarietà: la logica nei gruppi sociali – osserva infatti lo specialista – non è più trovare i punti comuni, ma quelli di contrasto. E così, anche chi vuole colpire il nostro modello di vita, ha gioco facile”.
Mencacci invita a correre ai ripari: “Il codice di comportamento non è più rivolto alla responsabilità, ma all’impunibilità. E’ un elemento da contrastare. Non si può accettare la logica della ‘bravata’ e del permissivismo cieco. Ma serve anche favorire l’apertura e la condivisione, non chiudersi, senza abbassare però la guardia in tema di sicurezza”.
Da La Sicilia