Neo mamme, donne in carriera, fiftysomething: i 5 consigli dello specialista per preverire i disturbi dell'umore.
La depressione è prevalentemente donna. «Colpisce infatti il sesso femminile in percentuale più che doppia, rispetto agli uomini. Osservate speciali, le neo mamme, le donne in carriera, quelle in menopausa, emotivamente più fragili o con familiarità per la malattia, anche se oggi all’elenco delle persone a rischio si aggiungono sempre più spesso giovani-adulti in età lavorativa».
Lo spiega Claudio Mencacci, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Fatebenefratelli – Sacco di Milano nonché presidente della Società Italiana di Psichiatria, presentando il suo vademecum per migliorare il trattamento dei disturbi depressivi, ancora troppo spesso sottovalutati o riconosciuti in ritardo.
«La prima cosa da fare? Abbreviare i tempi di diagnosi, oggi ancora molto dilatati: spesso passano due anni tra l’insorgenza dei primi sintomi e la malattia conclamata, e in questo arco di tempo si potrebbe fare molto per sostenere le persone a rischio», continua il professor Mencacci. Estratte dal vademecum, ecco cinque cose che ogni donna deve sapere per prevenire (o affrontare tempestivamente) la depressione.
1. Fare attenzione ai campanelli d’allarme. La perdita di interesse per le cose normali (lavoro, famiglia, relazioni, hobby), ma anche un calo nell’attenzione, nella concentrazione, nella memoria di lavoro, nel problem solving, sono i primi sintomi di un cambiamento nella sfera dell’umore.
2. Non trascurare il sonno. Un riposo breve e disturbato può essere un importante fattore di rischio per la comparsa di problemi depressivi. Frequenti cambiamenti del fuso orario, dei turni di lavoro, il surmenage, l’utilizzo serale o notturno di tablet e smartphone, possono influire sulla qualità del sonno e persino sulla maturazione cerebrale di adolescenti e giovani adulti. Diverse ricerche hanno dimostrato una relazione fra depressione, scarsità di sonno e attivazione di fenomeni infiammatori alla base di diverse malattie tra cui diabete, ipertensione e – appunto – disturbi depressivi.
3. Puntare su abitudini più sane. Sembra banale, ma consumare pasti regolari, tagliare gli eccitanti (soprattutto caffè, te) e il consumo di alcolici; fare attività fisica per almeno 40-60 minuti 3 o 4 volte a settimana; limitare il multitasking e i ritmi troppo stressanti, dormire bene, sono ottime misure preventive per il benessere emotivo.
4. Evitare le cure fai-da-te. L’autoprescrizione non è mai una buona idea, specie nei disturbi della sfera emotiva. Quando i segnali di disagio perdurano nel tempo, va consultato il medico di famiglia e, se serve, uno psichiatra che saprà scegliere il trattamento più adeguato in base ai diversi bisogni e alla gravità della malattia. Oggi sono disponibili molte opzioni terapeutiche, che variano dalle fitoterapie ai trattamenti psicologici online (indicati nei casi iniziali), ai classici Ssri (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), fino alle più recenti cure, le terapie multimodali, che agiscono sulla serotonina, ma che sono anche in grado di controllare l’ansia e il deterioramento cognitivo spesso legati alla depressione.
5. Parlarne. Oltre alle cure mediche, nelle depressioni è importante un supporto psicoemotivo. Parlare del problema con le persone care, avere accanto un ambiente famigliare accogliente, comprensivo, capace di sostenere tutte le fasi della malattia, è fondamentale per la guarigione. Anche la psicoterapia può essere utile. Particolare attenzione che va riservata alle over-50, più esposte allo sviluppo di problemi depressivi cronici, ma anche al decadimento cognitivo (un effetto collaterale della depressione da non sottovalutare).
Da Marie Claire