Siamo di fronte ad una serie di pandemie, che non è soltanto quella causata dal Covid-19. Gli osservatori attenti sanno che il virus fa danni ma ciò che sono le conseguenze dirette sono molteplici e riguardano svariati campi della nostra quotidianità. Ecco cosa sta accadendo contemporaneamente all’infezione del Sars-Cov-2.
Quando l’infezione peggiora, altre patologie come quelle diabetiche, oncologiche e cardiovascolari ma anche gli aspetti che coinvolgono il contesto sociale, economico, i modelli di vita, la fruizione della cultura e le relazioni umane si ha la sindemia.
Quella che stiamo affrontando è la sindemia, cioè la relazione fra più malattie e condizioni ambientali o socio-economiche. L’interagire tra queste patologie rafforza e aggrava ciascuna di esse. È il tema centrale, altrimenti parliamo di pandemia virale ma siamo di fronte ad una serie di pandemie: quella emozionale ma anche un’epidemia di diabete, di disturbi cardiocircolatori non trattati e, nel contempo, abbiamo avuto un aumento delle disparità sociali ed economiche, un aumento della povertà e dobbiamo aggiungere le conseguenze all’isolamento ed alla cattiva alimentazione.
“Insisto sull’ultimo tema”. Molti la sottovalutano, ma specialmente in questi mesi di clausura forzata e ridotta attività fisica il nostro organismo ha bisogno di un benessere psico-fisico che parte da una corretta alimentazione, fondamentale come non mai. Io insisto anche su questo tema perché abbiamo visto che le conseguenze della pandemia sono state anche l’aumento del consumo di alcolici e l’aumento di peso.
È questo, nella sua enorme complessità, il concetto di sindemia che è stato recentemente affrontato nel XXII Congresso nazionale della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia che lascia in eredità numeri impietosi: metà delle persone contagiate manifesta disturbi psichiatrici con un’incidenza del 42% di ansia o insonnia, del 28% di disturbo post-traumatico da stress e del 20% di disturbo ossessivo-compulsivo; inoltre, il 32% di chi è venuto in contatto col virus sviluppa sintomi depressivi, un’incidenza fino a cinque volte più alta rispetto alla popolazione generale. La sindemia da Covid-19 e disagio psichico riguardano anche chi non è stato toccato direttamente dal virus: fra i familiari degli oltre 90mila pazienti deceduti nel nostro Paese, almeno il 10% andrà incontro a depressione entro un anno. In più, la crisi economica provocata dalla pandemia incrementa a sua volta il disagio mentale in tutta la popolazione: il rischio di depressione raddoppia in chi ha un reddito inferiore ai 15mila euro l’anno e triplica in chi è disoccupato. La SINPF stima, così, che saranno almeno 150mila i nuovi casi di depressione dovuti alla disoccupazione da pandemia ma la situazione potrebbe peggiorare perché tutte le condizioni di fragilità sanitaria, emotiva, sociale che si stanno creando nel Paese non sommano, ma moltiplicano esponenzialmente le loro conseguenze negative sul benessere psicofisico della popolazione. Ad alto rischio soprattutto donne, giovani e anziani.
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