In un saggio pubblicato negli Stati Uniti nel 2009 dal titolo Elogio della Gentilezza, lo psicanalista Adam Phillips e la storica Barbara Taylor si ponevano un domanda: cosa nella nostra epoca fa apparire così pericolosa la gentilezza?
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«Sono già diversi anni – spiega Claudio Mencacci, past president della Società italiana di psichiatria – che la gentilezza viene considerata un indicatore della salute mentale. Perché è la condizione per comprendere meglio le speranze e le paure degli individui». È, cioè, il saper essere gentili che determina anche «la nostra capacità di essere empatici, quindi solidali». E qui subentra un altro pezzo di scienza: è dimostrato il rapporto tra l’affettività, la solidarietà e la vivacità del nostro cervello. «Essere gentili, quindi – prosegue Mencacci – più che un dovere è una convenienza».
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