Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze e salute mentale dell'Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano, ha lanciato l'allarme.
Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze e salute mentale dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano, ha lanciato l’allarme: “Internet, smartphone, gambling, social network, pornografia, videogiochi online e non“, riferisce l’esperto ai microfoni di Adnkronos, sono alla base di alcune dipendenze un tempo sconosciute. Si tratta di “nomofobia, ringxiety (ansia da smarphone), textiety (ansia da messaggini), vamping (ore notturne trascorse sui social media e sottratte al sonno, ndr) etc.”. Nel corso di un evento tenutosi nel mese di dicembre 2017, il dottor Mencacci ha alzato il livello di guardia su nuove e vecchi minacce, che stanno mettendo a serio rischio il cervello soprattutto degli adolescenti.
Inutile girarci attorno, perché gli smartphone hanno radicalmente cambiato le nostre abitudini ed è un dato di fatto. Senza dispositivi tecnologici ormai non riusciamo a fare praticamente nulla e sono sempre di più coloro i quali sono costretti a ricorrere alle cure dei sanitari perché finiti nel tunnel delle nuove dipendenze. Tra queste, c’è anche la cosiddetta ludopatia, ovvero la dipendenza da giochi e gambling, alla quale contribuiscono e in grande scala anche i dispositivi mobili. In Italia, il fenomeno del gioco d’azzardo ha degli effetti importantissimi sulla popolazione, avendo raggiunto ormai volumi di gioco elevatissimi. Secondo il rapporto Coop del 2016, il volume di gioco ha superato i 90 miliardi di raccolta, ovvero il 4,4% del PIL, con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente. È cresciuta anche la spesa netta dei giocatori, che si è avvicinata ai 20 miliardi di euro, con lo Stato che ha potuto così incassare qualcosa come 10 miliardi di euro.
La proliferazione dei dispositivi mobili, delle connessioni a banda larga e delle app di casino e giochi online, si sono andati ad innestare per certi versi come una bomba ad orologeria nel cervello di milioni e milioni di utenti. Di recente, l’Italia ha avviato una riforma dei giochi, che porteranno ad una riduzione di circa il 30% delle macchinette entro aprile del 2018, oltre a decurtare in maniera consistente il numero dei locali autorizzati, ma può da solo questo provvedimento ridurre i rischi connessi al gioco patologico? Sempre più utenti, infatti, si spostano dalle sale slot alle piattaforme di gioco online, che forniscono uno spazio maggiormente protetto da sguardi indiscreti, oltre che la possibilità di giocare a qualunque ora del giorno e della notte.
È dunque assai evidente la correlazione tra gioco d’azzardo e l’utilizzo di dispositivi tecnologici come smartphone e tablet, che nel 2016 hanno vissuto un periodo particolarmente florido con qualcosa come 15 milioni di nuovi dispositivi venduti solo in Italia. Gambling e smartphone hanno una speciale correlazione, anche perché sempre più piattaforme di gioco AAMS affiancano alle loro versioni Web delle app che consentono di accedere ad un’offerta praticamente sterminata e con una qualità un tempo impensabile. Grazie anche al lavoro svolto dagli sviluppatori, infatti, i casino sono sempre più accattivanti e coinvolgenti, spiegando così gli oltre 2 milioni di iscritti alle piattaforme online del 2016 coni un fatturato complessivo che ha sforato il miliardo di euro.