Si tratta di uno screening ritenuto attendibile per valutare l’eventuale presenza di un deterioramento cognitivo lieve. Per farlo ci vogliono 10 minuti ed è usato anche in Italia.
Secondo il dottor Ronny L. Jackson, ammiraglio della Marina statunitense e medico della Casa Bianca, per misurare lo stato di salute cognitivo del presidente Donald Trump è stato utilizzato il cosiddetto MoCa (Montreal Cognitive Assessment), un test elaborato nel 1996 dall’equipe di un immigrato, il medico di origine libanese Ziad Nasreddine di Montreal (Canada), e usato in oltre 100 Paesi.
Di che cosa si tratti, lo spiega il professo Claudio Mencacci direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano. «È uno strumento abbastanza rapido, che noi utilizziamo come screening nei confronti del deterioramento cognitivo lieve. Permette di verificare diverse aree funzionali: attenzione , concentrazione, funzioni esecutive, memoria , linguaggio, abilità visuo-costruttive , astrazione, calcolo, orientamento. È uno dei test maggiormente utilizzati negli screening delle popolazioni che possono entrare a rischio di decadimento cognitivo legato all’età, cioè in media sopra i 65 anni».
Viene utilizzato abbastanza frequentemente, perché è un test sulla cognitività considerato rapido: per farlo ci vogliono di solito dai 10 ai 15 minuti . «Quello somministrato al presidente degli Stati Uniti è un esame di routine , insieme ad altri di carattere fisico che viene fatto nelle persone adulte. Ce ne sono anche altri ma questo è un po’ più preciso del Minimental Test, un altro utilizzato di frequente per incominciare a valutare le condizioni di una persona» . La sua rapidità di esecuzione non è considerata un elemento di «debolezza» , proprio perché serve come indicatore di una possibile compromissione cognitiva che dovrebbe poi essere ulteriormente approfondita . «Mette in mostra se c’è soprattutto un “mild cognitive impairment”, cioè un disturbo neuro-cognitivo lieve e lo si vede , nel senso che il test è anche sensibile per misurare le piccole modificazioni. E su questo l’importanza sostanziale tra una condizione di mild cognitive impairment e demenza è legato ovviamente all’entità della compromissione cognitiva e di quanto questa incide sull’autonomia della vita quotidiana, quindi è un indicatore anche di gravità».
Il test è abbastanza semplice. Su una scheda sono riportati i test per sei diverse «aree» cognitive e in base alle risposte si attribuisce un punteggio massimo di 30. Il presidente Trump avrebbe totalizzato il punteggio pieno. «Tutto ciò che è sotto il 26 può essere un indicatore di qualche piccolo segnale di difficoltà cognitiva — dice il professor Mencacci —. Ovviamente si può scendere anche sotto 26 e attorno al 20 può diventare necessario un ulteriore approfondimento». È un test attendibile? «Nella valutazione di un comportamento normale di una persona può avere una buona attendibilità. Chiaro che poi ci sono test neuro-cognitivi molto più approfonditi che necessitano di tempi che possono andare dall’ora e mezza alle tre ore». Il Montreal Cognitive Assessment viene utilizzato per una prima valutazione di diverse patologie. «Serve per individuare se c’è un decadimento cognitivo, che può essere per cause di natura degenerativa o vascolare psichiatrica. In area psichiatrica ci può essere un “mild cognitive impairment” di frequente un in corso di depressione . Nelle malattie vascolari, può essere una forma di difficoltà circolatoria a livello cerebrale che può essere l’inizio di quello che poi diventerà una demenza vascolare . Nelle forme degenerative, può segnalare le forme iniziali dell’Alzheimer e di tutti i tipi di demenza».
Da Corriere.it