ROMA – “Secondo i dati del Sistema informativo per la salute mentale (Sism) sono 777 mila gli utenti in cura presso i Servizi di salute mentale (oltre 800 mila se consideriamo anche le Regioni che non hanno risposto). Maggiore è il numero delle donne e più forte è la concentrazione di patologie maschili, come la schizofrenia o l’abuso di sostanze. La prevalenza dei disturbi riguarda in genere l’area affettiva”. A mappare lo stato della Salute mentale in Italia è Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), che ha presentato oggi in Senato i 12 punti della Carta della Salute mentale dove per definire le priorità di intervento. “In Italia sono 17 milioni i cittadini che si trovano ad affrontare delle difficoltà di ordine psicologico– sottolinea lo psichiatra- ed è vero che ci sono disturbi lievi, transitori, permanenti e cronici, ma tutto inizia dal livello lieve”. La spesa complessiva della Salute mentale “ammonta a 3,1 miliardi.
La schizofrenia assorbe il 37% di tutte le prestazioni e conta 300 mila persone schizofreniche in Italia”. Dai dipartimenti di salute mentale arrivano “159 utenti ogni 10 mila abitanti e 30 di questi sono schizofrenici (il 20%)”. Mencacci spiega che “il 75% delle malattie mentali insorgono entro i 24 anni, ma l’età media del primo contatto con la schizofrenia, ad esempio, è di circa 27.8 anni. Purtroppo questi soggetti arrivano al trattamento con un ritardo di 10 anni, basti pensare che il 69% dei soggetti al primo episodio riceve un intervento l’anno, ma dopo 90 giorni dall’inizio del trattamento solo 1 su 6 continua la terapia. Dopo sei mesi solo 1 su 10 continua a curarsi. Ne perdiamo tanti- afferma il presidente della Sip- tante persone con schizofrenia le cui aspettative di vita sono ridotte fino a 15 anni rispetto alla media nazionale”.
Nei Servizi di Salute mentale i ricoveri sono in diminuzione. “Nell’ultimo triennio i ricoveri si sono ridotti, ma i numeri variano da Regione a Regione. Le giornate di degenza sono invece rimaste invariate: 12 giorni per i ricoveri giornalieri“. L’affluenza delle persone riguarda soprattutto l’età adulta, “sopra i 45 anni. È poco rappresentata la fascia 25-35 anni e sotto i 25 anni è quasi una caccia all’albino“, continua Claudio Mencacci, in occasione della presentazione della Carta della Salute mentale a Roma. “Questi 39 anni di riforma sono stati importanti- conferma il medico- ma abbiamo una falla legata all’area giovanile che non permette l’avvicinamento ai servizi, che sono calibrati sulle situazioni croniche. Il 90% dei pazienti con schizofrenia è gestito sul territorio e il 10% in comunità. Il sistema quindi funziona bene, ma c’è poca prevenzione. Le nostre strutture non sono appetibili”.