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Gli psichiatri italiani: “Serve piano di prevenzione che preveda la diagnosi precoce”. Soprattutto per le donne

7 Aprile 2017

La depressione nel 2030 sarà la prima malattia più invalidante al mondo con altissimi costi sociali e forte impatto economico.

La depressione nel 2030 sarà la prima malattia più invalidante al mondo con altissimi costi sociali e forte impatto economico. La prevalenza in Italia a 12 mesi va dal 4,4 al 7 per cento (con una media del 5.1%), con oltre 3 milioni di malati, secondi solo alla Germania. In Europa il numero super i 40 milioni.

A tornare sul tema, in occasione della Giornata mondiale della salute del 7 aprile, dedicata appunto alla depressione, è la Società Italiana di Psichiatria che – insieme ad ONDA, l’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna – ritiene siano ormai maturi i tempi per un Piano nazionale di lotta alla Depressione che evidenzi i bisogni e gli strumenti da utilizzare e indichi il percorso da seguire.

“La SIP – spiega il presidente, Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano – fa sue le parole espresse il 20 settembre scorso dalla Presidente della Commissione XII di Palazzo Madama Emilia Grazia De Biasi (‘Avvieremo, in Commissione Sanità del Senato, un’indagine conoscitiva sulla depressione, tema importantissimo, ma spesso sottovalutato, che riguarda milioni di persone per capire quali possono essere i suggerimenti di indirizzo che il Parlamento può dare al Governo in merito a questo tema, ma anche riportare nel dibattito pubblico un problema che interessa moltissime persone, e viene spesso scambiato per altro’). È dunque fondamentale costituire una rete per combatterla, per promuovere validi percorsi diagnostici e terapeutici in collaborazione con la Medicina Generale, la pediatria, la scuola, gli ambienti di lavoro Per avvicinare le persone alle cure occorre informare i pazienti sulle varie opzioni terapeutiche oggi esistenti efficaci, sicure, appropriate in funzione della categoria e dei casi, oggi sempre più complessi”.

Oggi la depressione è infatti più diffusa nel genere femminile, con una percentuale doppia in tutte le fasi dei cicli vitali (menarca, perinatale, periclimaterio).
“Per questo – aggiunge Francesca Merzagora – Presidente Onda – alla luce delle tante richieste pervenute, la giornata nazionale della salute della donna istituita dal Ministro, in occasione della quale è stata attivata la collaborazione degli ospedali con i Bollini Rosa, sarà anche dedicata alla psichiatria. Per una settimana dal 18 al 24 aprile, anche la popolazione femminile con problemi di depressione potrà fruire di visite, colloqui, sportelli di ascolto, info point in 152 Ospedali italiani. Obbiettivo: avvicinare alle cure e superare lo stigma.La depressione sarà al centro anche nel primo Congresso scientifico Onda: Patologie femminili di maggior impatto, dalla specialistica all’approccio interdisciplinare per sottolineare lo stretto legame tra depressione e patologie fisiche femminili”.

La depressione, inoltre, è più accentuata nelle persone con condizioni socio economiche e scolarità basse. Sono maggiormente esposte le persone che hanno subito abusi, bullismo, violenza, separazioni, divorzi, con una storia famigliare che li predispone e/o di patologie croniche come diabete, ipertensione, cardiopatie, malattie endocrine e autoimmuni. “In tutte queste fasce di età – precisa il prof. Mencacci – è fondamentale individuare le persone a basso, medio, alto rischio sui quali attuare interventi mirati in funzione della età, del sesso, delle manifestazioni cliniche delle malattie e delle sue condizioni generali di salute. Oggi disponiamo di diversi presidi terapeutici frutto della innovazione, della ricerca in diversi campi, da quello più esplorato delle terapie mediche farmacologiche, delle psicoterapie, delle terapie somatiche (TMS-ETC-Deep Stimulation), psicoeducazione, variamente combinate tra di loro o poste in modalità sequenziale a secondo del tipo di depressione e della sua gravità e decorso”.

Nonostante queste opportunità ancora pochi giungono alla diagnosi e terapia appropriate, solo 1/3 di che ne avrebbe necessità e tra questi molti ancora non mantengono una adeguata aderenza alle cure esponendosi a ricorrenze e all’aumento del rischio di cronicizzazione: “Numerose evidenze – spiega Bernardo Carpiniello Presidente Eletto SIP e Ordinario Clinica Psichiatrica di Cagliari – suggeriscono, come programmi di azione, interventi sullo stile di vita, sull’attività fisica, sullo stile alimentare. Interventi di inserimento e coinvolgimento sociale possono risultare utili nel modificare diversi fattori di rischio. Quindi risulterebbe utile focalizzarsi su gruppi a rischio (basso reddito in contesti ad alto rischio)”.

Contestualmente alle cure più indicate a seconda del livello di gravità il tema del supporto sociale rimane trasversale e fondamentale. “Supporto emozionale, strumentale e informativo – conclude Claudio Mencacci – che può essere caratterizzato dall’agente del supporto sociale (coniuge, genitori, parenti, amici, associazioni). Fondamentale anche una adeguata ‘caratterizzazione’ del supporto sociale per valutare quale tipo di modalità di supporto possa essere maggiormente protettivo verso episodi depressivi nelle diverse età della vita: infanzia, adolescenza, età adulta, anzianità”.

Da QS

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