A distanza di due anni da un infarto, più del sette per cento dei pazienti si ammala di depressione di grave intensità e principalmente sono donne oltre i cinquant’anni. A sottolinearlo è la Società Italiana di Psichiatria che lancia l’allarme mettendo in collegamento questi dati con la già nota relazione tra diabete e disturbi depressivi e l’associazione fra psiche e patologie urologiche dimostrata di recente.
Per gli psichiatri questi studi confermano che lo specialista, oggi, deve conoscere le maggiori interazioni che la patologia di propria competenza comporta con altre specialità. Per questo nel corso degli ultimi anni la psichiatria, con la collaborazione dei medici di medicina generale, ha intrapreso un percorso condiviso con cardiologi, diabetologi, oncologi, cardiologi, urologi e altre specialità con l’obiettivo di riconoscere la possibile interazione fra disturbi di ordine depressivo e mentale e problematiche di altra natura, a vantaggio non solo di una migliore conoscenza delle implicazioni della malattia ma anche di un aumento della quantità e qualità di vita. Questo percorso si sta per concludere grazie al progetto YGEIA (Oltre la specialità), che la Società Italiana di Psichiatria ha lanciato oggi nell’ambito dell’inaugurazione del Winter Village – Il Campo Base della Salute voluto da Onda (Osservatorio Nazionale sulla salute della donna) che per una settimana intera ospiterà nei suoi padiglioni di via Mario Pagano incontri, eventi e attività per informare e sensibilizzare i cittadini per una salute migliore.
«La proposta – spiega Claudio Mencacci, presidente della Società Italiana di Psichiatria e direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’ospedale Fabenefratelli-Sacco di Milano – è interattiva, e parte da noi proprio perché è la nostra disciplina che spesso funge da connettivo, invitando a implementare le azioni di sensibilizzazione per avvicinare e coinvolgere il maggior numero di persone affette da problemi depressivi o psichici alla cura. Oggi solo 1 su 3 si cura, come confermano anche i dati del Ministero, secondo cui solo 1 milione di persone sono in trattamento. Ovvero solo una minima parte è seguita, non soltanto o non specificatamente dallo psichiatra, ma anche da altri specialisti quali neurologi, psicologi, psicoterapeuti, mentre molti non si avvicinano ai Centri di Cura per Disturbi Mentali per vergogna e ignoranza. A tal punto che nonostante si incentivino le azioni di sensibilizzazione, ancora non riusciamo a diagnosticare, prima dei due anni, un vero episodio depressivo e soprattutto non riusciamo a convincere le persone a curarsi».
Da Healthdesk.it