Come sottolinea il presidente della Società italiana di Psichiatria Claudio Mencacci – che di recente è intervenuto al XXXVII Congresso nazionale della Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie – la depressione è una patologia che ha assunto una dimensione epidemica: 350 milioni nel mondo, oltre 30 milioni nell’Europa a 28 Stati, e oltre 4 milioni nel nostro Paese”. Secondo le statistiche, un paziente su tre non si cura. “Questo – spiega Mencacci – perché pesano ancora i sentimenti di vergogna, di stigma, di isolamento della persona stessa che soffre di depressione, e del contesto non solo dell’individuo, che tende a costruirsi un isolamento sociale, ma anche delle persone, familiari, amici che a loro volta risentono di questo atteggiamento di isolamento”.
Le vignette di Gemma Correll, nelle quali affronta la malattia mentale attraverso l’ironia, si sono rivelate provvidenziali: da personale e privato metodo per reagire si sono trasformate in un lavoro e in qualcosa che dà sollievo a chi, come lei, soffre di questi disturbi.
Quando hai iniziato a condividere su Instagram queste tue vignette su ansia e depressione?
Ho iniziato solo recentemente a condividere queste vignette, negli ultimi tre o quattro anni. Per un lungo periodo ho avuto paura di condividerli, li sentivo molto personali. Poi mi sono resa conto che attraverso la condivisione potenzialmente posso aiutare altre persone a comprendere la propria malattia o a dare una sorta di sollievo”. Per anni l’autrice è stata molto chiusa riguardo la sua depressione. “Me ne vergognavo – continua – Ma le persone non dovrebbero vergognarsene, non c’è alcun motivo. E’ la malattia, come un raffreddore o l’influenza. Voglio contribuire a bandire lo stigma che esiste intorno alla malattia mentale.
Gemma, qual è il tuo consiglio per chi soffre di ansia o depressione?
Chiedere aiuto. Per molto tempo ho evitato di chiedere aiuto perché ho pensato che avrei potuto fare tutto da sola. So molto della malattia mentale, perché ho letto e approfondito molto, ma la conoscenza non impedisce alla malattia di manifestarsi. C’è bisogno di aiuto pratico, al di là di quello che si può leggere nei libri. Non ci si deve vergognare di chiedere aiuto: in realtà è molto più coraggioso ammettere che non è possibile gestire tutto da soli.
Funzione l’ironia come arma?
Trovo che usare l’umorismo sia un modo molto utile per affrontare la malattia mentale. Mi ha sempre aiutato, personalmente, e penso che sia importante ridere delle cose difficili, permette di alleggerire il carico. Non si tratta di prendere in giro una malattia ma di imparare che è solo un’altra parte della ridicolaggine della vita.