Lo abbiamo chiesto allo psichiatra Claudio Mencacci
Dopo l’arresto a Milano dello studente spagnolo 23enne Nicolas Orlano Lecumberri, denunciato almeno per dieci aggressioni in strada a passanti, si torna a parlare di «Knockout game», chi sono i picchiatori seriali? Lo abbiamo chiesto allo psichiatra Claudio Mencacci
Chiedeva informazioni turistiche o indicazioni stradali, poi stendeva i malcapitati prendendoli a pugni. Lo ha fatto per almeno dieci volte a Milano, il giovane studente spagnolo Nicolas Orlando Lecumberri, 23 anni. Originario di San Sebastian ma residente a Los Angeles dove studia per diventare produttore discografico, l’aggressore, soprannominato «il turista picchiatore», alloggiava in un ostello in zona Navigli, si era esibito come deejay in alcune discoteche prima di essere fermato dalla polizia e trasferito nel carcere di San Vittore.
Chi sono i «picchiatori seriali», amanti del «knockout game», il «gioco» importato dagli Stati Uniti, in cui bande di ragazzi o anche isolati aggressori, come in questo caso, si divertono a prendere a calci e pugni i passanti per strada, in maniera del tutto gratuita? Ne abbiamo parlato con il medico psichiatra Claudio Mencacci.
«In origine il knockout game nasce con uno stampo di tipo bullistico ma anche razzista, ed è quasi sempre diretto a persone con una prestanza fisica minore rispetto a quella degli aggressori. Non abbiamo mai visto stendere a terra un uomo palestrato, per esempio», spiega il Porf. Mencacci.
Le vittime prescelte da Nicolas Orlando Lecumberri erano tutte molto simili tra loro: uomini di età media tra i 25 e i 35 anni contro cui l’aggressore si scagliava con grande violenza fino ad arrivare a inseguire per parecchi metri i malcapitati in fuga, come nel caso dell’ultimo ragazzo italiano colpito in pieno centro, a largo Cairoli.
«Gli autori di queste aggressioni non mostrano mai segni di preallarme – spiega il Prof.Mencacci – indossano abiti semplici. Si tratta spesso di giovani che compiono atti violenti in maniera lucida con una rabbiosa determinazione di portare avanti dei comportamenti aggressivi. Sono normalmente personaggi che malsopportano la frustrazione».
Interrogato dall polizia «il turista picchiatore» non ha saputo spiegare le motivazioni di tanta violenza, «era in preda a un delirio», hanno riferito gli agenti. «Sono personalità antisociali – continua il Prof. Mencacci – che possono avere alle spalle storie di comportamenti delinquenziali. L’obiettivo è compiere il misfatto senza scopo, l’atto cattivo, siamo dentro l’estetica e la mistica dell’atto gratuito».
Dalle prime indagini svolte sull’aggressore spagnolo è spuntata anche una denuncia presentata contro di lui il 9 luglio scorso a San Sebastian per un’aggressione analoga. «Spicca la totale dedizione al narcisismo – conclude il Porf. Mencacci – al culto smodato di se stessi che li fa sentire ancora più felici, onnipotenti proprio per il fatto di compiere un delitto immotivato, un atto del tutto afinalistico».
Il percorso per «guarire» queste persone da tanta violenza si concentra soprattutto sul tornare ad apprezzare l’altro. «Si cerca di far riconoscere che esiste una gratuità e una negazione della umanità altrui, quindi di recuperare empatia per l’altro che altrimenti viene vissuto come un sacco del pugilato. Bisogna fargli conoscere che non esistono solo loro».
Da Vanity Fair