L'invito dello psichiatra è quello di trovare un linguaggio equilibrato, che fornisca le informazioni necessarie evitando un'involontaria esaltazione che attira l'attenzione di altri giovani con problemi psichici.
Roma, 25 lug. (AdnKronos Salute) – Il suicidio è “la seconda causa di morte degli adolescenti, e non stupisce che i giovanissimi autori degli atti di violenza degli ultimi giorni in Germania fossero, o fossero stati, in cura psichiatrica. Quello che emerge, a fronte dell’incapacità in questi casi di prevenire gli atti di violenza, è che si tratta di episodi di suicido allargato, a cui la spettacolarizzazione garantita dalla stampa e dal web assicura audience. Ecco dunque che è molto alto il rischio di contagio fra adolescenti ad alto rischio emulativo”. Il monito arriva dal presidente della Società italiana di psichiatria (Sip) Claudio Mencacci, che analizza con l’Adnkronos Salute le figure degli “‘pseudo-terroristi’ autori di attacchi negli ultimi giorni, quasi tutti adolescenti o giovani adulti, in cura presso i servizi psichiatrici”.
“Ebbene, il pericolo reale in questi giorni è quello di un effetto contagio – sottolinea l’esperto – Ecco perché andrebbe evitata l’eccessiva descrizione, ma anche l’involontaria trasformazione in atto eroico con una connotazione politica o religiosa forte, di azioni compiute da una persona con un disagio mentale. Certo è fondamentale informare il pubblico circa minacce o azioni terroristiche, ma lo è anche contrastare in ogni modo il pericolo di emulatori”.
A rendere particolari alcuni degli ultimi episodi sono le caratteristiche degli autori: “Il suicidio allargato visto come una vendetta per il male subito, una guerra collettiva, presenta un forte rischio di emulazione. Ecco perché temo che la copertura che si sta dando a questi eventi rischi di alimentare” nuovi casi.
L’invito dello psichiatra “è quello di trovare un linguaggio equilibrato, che fornisca le informazioni necessarie evitando una involontaria esaltazione, un sensazionalismo che attira l’attenzione di altri giovani con problemi psichici, al di là dei luoghi comuni o della tragica fatalità”. Per Mencacci, “questi sono giorni di febbre alta, che però deve calare”, perché il rischio è che alle azioni di uomini con chiara matrice terroristica si aggiungano quelle “di giovani, soprattutto maschi, in cerca di un’audience” per il proprio desiderio di morte.
Ma allo stesso tempo “occorre rinforzare le misure di prevenzione. Non tutti i suicidi sono evitabili, ma molti lo sono. Se fra le misure protettive note ci sono il supporto psicologico della famiglia, l’autonomia anche economica, il poter contare su un’assistenza specialista, “fra quelle negative c’è l’abuso di sostanze, precedenti autolesivi, disturbo psichiatrico e familiarità con esso. Ecco perché l’unica forma di prevenzione efficace è seguire con attenzione chi ha già tentato un suicido, o è stato abusato o bullizzato”.
“Ebbene, per gli autori di violenza di questi giorni – ammette Mencacci – la prevenzione purtroppo non ha funzionato, nonostante alcuni fossero in cura. Ecco perché occorre implementare gli interventi, anche a livello europeo, per ridurre il rischio e intercettare il disagio dei giovani, ma anche restringere l’accesso alle armi, considerato che il Dark web è un problema serio. E rinforzare la prevenzione nelle comunità, anche grazie all’interazione dei servizi psichiatrici con figure come quelle di insegnanti e allenatori”. Quanto al ruolo dei videogiochi violenti, compagni di alcuni di questi giovani stragisti, “sono un’occasione per esercitarsi. Restano sullo sfondo, come una grande palestra per la disumanizzazione dell’altro. Perché è questo quello che accade, quando si apre il fuoco”, conclude.
Da Panorama