Un'altra data che non dimenticheremo. L'attacco a Parigi è un attacco alla quotidianità, alla normalità.
Un’altra data “che non dimenticheremo. L’attacco a Parigi è un attacco alla quotidianità, alla normalità. Il messaggio del terrore è che loro possono arrivare ovunque, anche ‘in casa’. Ma ora più che mai è importante la risposta che sapremo dare: dal punto di vista emotivo occorre un messaggio forte, deciso e coeso da parte degli Stati e dei leader, per aiutare i cittadini europei ad andare oltre la paura”. Ad analizzare con Adnkronos Salute gli effetti psicologici delle testimonianze e delle immagini che arrivano da ieri dalla capitale francese, è il presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano.
“La reazione a caldo è emotiva: abbiamo paura, siamo disorientati e cerchiamo, anche inconsciamente la vicinanza e il supporto”, anche attraverso il contatto con amici e famigliari. “Una reazione normale, certo. Ma da qui a qualche giorno occorre riuscire ad andare oltre la paura: serve uno sforzo collettivo, perché il coraggio dopo un trauma come questo, come l’11 settembre, possiamo trovarlo insieme. E’ essenziale – ribadisce lo psichiatra – che il senso di pericolo e di insicurezza che stiamo vivendo non si incardini, attivando una perenne allerta. Il ruolo di chi ci governa è importante: la reazione deve essere ferma e determinata, per aiutarci a ritrovare un senso di protezione e a tornare il prima possibile alla normalità. Ecco, bloccare i voli per Parigi non è, secondo me, la risposta più corretta. Rischia di essere un boomerang, perché alimenta la paura”.
E proprio questa emozione strisciante rischia di cambiare per sempre le nostre vite. “Non accettiamo di vivere nella paura. La nostra normalità e quotidianità è stata violata – prosegue Mencacci – ma la risposta deve essere decisa e coesa. Siamo esseri umani e sicuramente in queste ore siamo alle prese con dei cambiamenti nel nostro modo di vivere nel mondo, di viaggiare, di spostarci. Occorrono più controlli, ma dobbiamo metterci nelle condizioni di non essere bloccati dal terrore”.
Come spiegare quello che è accaduto ai bambini? “I nostri figli saranno bombardati da una quantità di immagini forti in questi giorni, e percepiranno la tensione e lo stato emotivo dei genitori. E’ importante spiegare ai bambini che sono protetti e al sicuro: si tratta di una situazione difficile, che però non li vede coinvolti. Più che mai – conclude – dobbiamo essere sinceri, attenti e rassicuranti”. La paura è un sentimento contagioso, ma lo è anche il coraggio.
Da ADNKronos