La proposta inglese
Lavorare un giorno in meno alla settimana per ridurre le malattie dovute allo stress eccessivo. È la proposta di uno dei più importanti medici inglesi, il presidente della «Faculty of Public Health» britannica (l’associazione dei medici che si occupano di salute pubblica) John Ashton. «Abbiamo bisogno di una settimana lavorativa di 4 giorni – ha detto Ashton al Guardian – in modo che le persone possano godersi di più la vita, passare più tempo con la famiglia e magari ridurre i problemi di pressione alta perché nel giorno libero potrebbero fare attività fisica». Gli inglesi sono tra gli europei che lavorano di più: 1.900 ore all’anno, secondo un’analisi dell’istituto francese Coe-Rexecode su dati Eurostat, contro le 1.847 dei tedeschi, le 1.781 degli italiani, le 1.661 dei francesi e le 1.648 dei finlandesi (in testa ci sono i greci con circa 2.000 ore). La proposta sembra allettante, ma è fattibile? Ashton ha suggerito che così «diminuirebbe anche la disoccupazione». Il passaggio però non è automatico: «Sono secoli che l’orario di lavoro si riduce progressivamente – spiega l’economista del Politecnico di Torino Pietro Garibaldi. Ma si è visto, per esempio in Francia, che quando la diminuzione è “forzata” per legge calano i posti di lavoro». E secondo lo psichiatra Claudio Mencacci, il giorno in meno non risolverebbe neppure il problema dello stress: «Tutti gli studi concordano -spiega – a far ammalare non è la quantità, ma la qualità dell’ambiente di lavoro, in particolare le cattive relazioni con le persone»