Parte dalla Spagna la rivoluzione dei diritti di successione Lo psichiatra Mencacci: «Si passa dalla difesa dell'eredità materiale a quella degli affetti»
Liliane Bettencourt, 91 anni, la miliardaria proprietaria dell’Oreal, avrebbe dovuto prendere la cittadinanza spagnola e trasferirsi a Barcellona prima di regalare 300 milioni a un giovane amico fotografo. Oggi non si ritroverebbe «affidata» da un giudice francese a un nipote e non dovrebbe chiedere alla figlia (nominata amministratrice di tutti i beni) anche gli spiccioli per una baguette. Le liti prima, durante e dopo l’eredità sono infinite e non riguardano soltanto grandi patrimoni. Basta un bilocale per rivelare egoismi e grettezze. C’è la badante che ha condiviso anni e anni con un anziano e figli che dimenticavano persino di telefonare al vecchio genitore, ma che, al momento della morte, irrompono nell?appartamento a rovistare i cassetti in cerca dei «loro» conti correnti e gioielli. I figli ereditano tutto e la badante riparte per l’Ucraina senza un grazie.Nella maggior parte d’Europa è così. In Catalogna no. I nonni hanno sulla costa spagnola la legislazione più favorevole. Possono persino cancellare la «legittima», quella quota di eredità riservata ai familiari. Possono nominare un tutore di loro fiducia nel caso in cui, un giorno o l’altro, dovessero averne bisogno senza rischiare (vedi il caso Bettencourt) di vedersene assegnare uno sgraditissimo. Possono stipulare «patti successori» che assomigliano molto ai «patti pre matrimoniali» americani e hanno il valore di normali contratti: tu accetti di aiutarmi quando ne avrò bisogno e, in cambio, avrai un trattamento di favore al momento della mia uscita di scena. Basta liti tra parenti al capezzale del morto, con la figlia che ha sacrificato la sua vita per il caro estinto che riceve per legge la stessa eredità dei fratelli assenti per anni.«In Germania un testamento nel quale l?unico beneficiario sia la badante o la casa di riposo dell?anziano è dichiarato automaticamente nullo» scrive Sara Sans su La Vanguardia di ieri. La riforma del Codice Civile catalano, invece, «prevede che, con la verifica di un notaio sulla capacità di intendere e volere dell?anziano, ciò sia perfettamente possibile». La Catalogna va, in sostanza, verso il riconoscimento non solo della dignità, della libertà e della piena disponibilità dei propri beni nella terza e quarta età, ma mette ordine legale a una realtà nuova e sempre più diffusa. «La Spagna si dimostra ancora una volta all?avanguardia, come quando aveva riconosciuto le coppie di fatto o le unioni gay? sostiene il presidente della Società Italiana di Psichiatria, Claudio Mencacci ?. In questo caso si introduce il riconoscimento degli affetti reali e autentici. Barcellona passa da una difesa dell?eredità materiale a quella dell?eredità affettiva. La famiglia come continuum del patrimonio indipendentemente dall’accudimento è al tramonto. Da sempre le relazioni umane non sono solo basate sul sangue. Pensiamo a come Marguerite Yourcenar descrive l’imperatore Adriano che sceglie chi debba essere suo figlio». L’Europa invecchia, le famiglie si sgretolano, non esistono più le aie o i cortili dove i nonni seduti su una sedia guardavano crescere i nipoti. Oggi i figli della seconda moglie possono essere più «figli» di quelli naturali che sono lontani da anni e che hanno condiviso meno vita e affetti del genitore di sangue. Tra la tradizione del diritto anglosassone e quella del diritto latino c’è sempre stata una linea di demarcazione. Al Nord, per l’influenza protestante, si privilegia la libertà del singolo, al Sud si tutela più la continuità dei patrimoni e della famiglia. La «legittima», ad esempio, in Italia è altissima. Basta avere moglie (anche separata) e due figli che il 99% del patrimonio è fuori dalla disponibilità testamentaria. Da anni si parla (anche in Parlamento) di abbassare la quota per i consanguinei, ma non se ne è fatto nulla.«Le relazione vanno costruite, non sono scritte nel dna ? dice Mencacci ?. Tra le generazioni ci può essere sia la trasmissione patrimoniale sia quella affettiva. La realtà però è che a volte non funziona e funzionerà in futuro sempre meno. La legge fa bene a prenderne atto e a regolamentarlo».
Da Corriere della Sera